Invidia e desiderio: la storia di due mondi divisi da una tazza di Cioccolata

Parigi, 1764. Nel cuore pulsante della nobiltà francese, Étoile de Farbes, divenuta Madame de la Mer dopo il matrimonio, brillava come una stella nel firmamento dell'alta società. La sua bellezza, il suo ingegno e la sua grazia la rendevano una figura ammirata, tanto da conquistare l'affetto del re Luigi XV e della sua favorita, la marchesa di Pompadour.


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Il suo salotto letterario era un tempio di cultura e creatività, frequentato da artisti, filosofi e intellettuali di ogni genere. La sua fama si diffuse ben oltre i confini della Francia, trasformandola in un'icona di raffinatezza e gusto. 

Tuttavia, l'ascesa di Madame de la Mer non era priva di invidia. Tra le sue dame di compagnia, una giovane donna di nome Yvette Poulette Contadinetta nutriva un profondo rancore verso la sua padrona. Cresciuta nella povertà e desiderosa di riscatto sociale, Yvette covava un'insofferenza per le gerarchie e le disuguaglianze che caratterizzavano la società del tempo.

Una sera in particolare, durante uno dei tanti ricevimenti a palazzo, l'immagine di Madame de la Mer, con il suo incarnato perfetto e il suo splendido abito, tormentava Yvette, risvegliando vecchie ferite e un senso di ingiustizia. La vista delle tazze di cioccolato, nuova moda parigina dei nobili, una prelibatezza che per lei rappresentava un lusso impensabile, servite con tale disinvoltura e magnificenza, alimentò la fiamma della sua ira. Yvette sentì l'onta della sua condizione, il confronto tra la sua miseria e la ricchezza dei nobili presenti divenne insopportabile.


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E così, nella sua disperazione e risentimento, afferrò la tazza di cioccolata bollente più vicina e la scagliò contro la nobile padrona di casa, lasciando che il calore avvolgente del cioccolato fuso esprimesse la sua amarezza e il suo desiderio di rivalsa, deturpandola in modo permanente.

L'incidente causò uno scandalo che sconvolse la corte e segnò la fine della brillante carriera di Madame de la Mer. Costretta a ritirarsi dalla vita pubblica, si rifugiò nella sua tenuta di campagna, dove trascorse i restanti anni in solitudine e amarezza. La sua pelle sfregiata le ricordava costantemente l'onta subita e la sua caduta in disgrazia, dedicandosi alla coltivazione di piante medicinali per ammorbidire e rinvigorire la pelle del viso.

Yvette, invece, non ottenne la soddisfazione sperata. Fu allontanata dalla corte e condannata all'esilio, perseguitata dal fantasma del suo gesto avventato. La sua azione impulsiva portò conseguenze nefaste per entrambe, segnando il triste epilogo di una storia di invidia, risentimento e tragedia nella Parigi aristocratica del XVIII secolo.

Claudia Mazzariol - co-fondatrice di CHOCOLATE Reporters e Sommelier